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di Umberto Sorgentone
Tra le molte iniziative - forse troppe - del nuovo corso Bonelli, quella relativa al ritorno delle strisce di Zagor, seppur in una miniserie di 6 albetti, è sicuramente la più gradita, almeno per noi tutti fan dello Spirito con la Scure. Per alcuni infatti si tratterà di un ritorno alle origini, quando le avventure del Nostro erano pubblicate nel mitico formato; per altri, che non hanno avuta questa esperienza, si tratterà di una sensazione nuova, di un modo nuovo di entrare dentro la storia.
Personalmente possiedo poco più di un centinaio di strisce, ma confesso candidamente che non ne ho letta nessuna; quando ho incontrato lo Spirito con la Scure avrò avuto una decina di anni e le strisce erano ormai fuori produzione; ho cominciato a prenderle, nei vari mercati online, solamente quando il processo di completamento della mia collezione di albi Zenith era quasi alla fine. Poi, un po’ perché in fondo sono le stesse storie lette sulla Collana Zenith, un po’ perché (forse soprattutto perché), essendo piuttosto datate, aprirle significa correre il rischio di rovinarle, non ho mai avuto questo piacere.
In verità qualche appunto preliminare andrebbe mosso, visto che reperirle è stato dispendioso, in quanto è stato necessario ordinarle dallo shop Bonelli, con l’aggravio delle spese di spedizione (spedizione, va detto, molto veloce e con imballo perfetto); infatti, al mio edicolante è risultato impossibile ordinarle. E dalle mie parti fumetterie non ce ne sono. Anche il prezzo è un tantino eccessivo, se confrontato al costo di uno Zenith; ma, in fondo, un’iniziativa simile merita un piccolo sacrificio.
E così qualche giorno fa ho finalmente avuto in mano le sei strisce e, ça va sans dire, la sera stessa ho letto la storia. La storia in sé è godibile; niente di eccezionale, ma decisamente in linea con lo stile delle prime storie pubblicate sulle strisce; un mistero iniziale, diramato solo alla fine, avidi uomini bianchi alleati di feroci e vendicativi pellerossa: tutto molto aderente allo spirito delle prime storie zagoriane, certamente non lunghe e anzi concentrate in poche pagine. Ho notato perfino uno Zagor piuttosto rude nei dialoghi con Cico, come era gli esordi, e la presenza delle necessarie didascalie (con tanto di scure o scudo), necessario collante nello stacco tra un passo e l’altro della storia.
Insomma, pareva di leggere proprio una striscia di tanti lustri fa e questo per merito dello sceneggiatore, che non poteva essere che uno zagoriano doc come Moreno Burattini, e dei bravissimi Gianni Sedioli e Marco Verni: sceneggiatura e disegni sono risultati assai vicini allo stile Nolitta-Ferri.
La novità, almeno per me, è stata che, avendo a disposizione solo due strip per ogni pagina, senza poter sbirciare sull’intera sequenza come avviene per gli Zenith, la suspense è risultata accresciuta, con la voglia di leggere e passare subito alla pagina successiva per seguire il ritmo dell’avventura. Preferisco, lo ammetto, la lettura della pagina dell’albo Zenith, forse anche perché abituato, ma la novità l’ho trovata piacevole.
L’iniziativa ha riscosso notevole successo, testimoniato dalle vendite, ma il dato è a parer mio, fuorviante; era infatti scontato che gli appassionati avrebbero aderito e che alcuni, addirittura, avrebbero preso due copie di ogni numero. Ciò non toglie che sia stata un’iniziativa assai gradita e di certo è auspicabile una continuazione che, da quel che si intuisce, dovrebbe esserci. A patto, però, che non diventi una serie parallela e seriale perché altrimenti, più che una chicca per noi tutti appassionati, si rivelerebbe solamente una delle numerose operazioni commerciali che la Bonelli, da qualche anno, sta portando avanti. Vedremo…
AAAHHYYYAAAKKK!
postato il 1/10/2018 alle ore 15:30