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NOI siamo Zagor!

Qualche riflessione su una recente uscita della Sbe

A Lucca quest’anno, tra le tante novità proposte dalla Sergio Bonelli Editore, ne figuravano numerose anche dedicate allo Spirito con la Scure. Tre pubblicazioni e gadgets vari, una spiccava fra le altre, quanto meno per volume. Si tratta di un libro di 430 pagine (copertine escluse) interamente dedicato, come dichiara apertamente il titolo, alla ricostruzione della storia del nostro eroe. La vicenda, narrata in prima persona dallo stesso Zagor, alterna parti di racconto con un testo scritto a estratti delle storie a fumetti, tutte a colori, tra le più significative del primo decennio di vita editoriale del personaggio. Al di là della suddivisione temporale, però, si potrebbe notare che le storie prese in considerazione riguardano tutte quelle pubblicate nella serie a striscia della Collana Lampo, pubblicate appunto tra il 1961 e il 1970, con un paio di incursioni in storie che, sia pure pubblicate molto tempo dopo, si inserivano nella continuity della saga per spiegare o raccontare meglio alcuni passaggi.
Opera meritoria, per tanti versi, soprattutto pensando alla possibilità da parte di molti neofiti di farsi un’idea sulle caratteristiche del personaggio e le sue vicende iniziali. Ben curata l’impostazione grafica, nonché la scelta delle immagini a corredo dei testi scritti e l’impaginazione delle stesse. Per altri versi, invece, opera un po’ inutile, dal momento che di queste storie da poco è stata realizzata una ristampa interamente a colori nella Collezione Storica a Colori pubblicata da la Repubblica-L’Espresso. Ma in ogni caso, lo scopo di puntare a coinvolgere nuovi lettori è pur sempre encomiabile, e tutti noi speriamo che riesca sempre a sortire qualche effetto. Inoltre, la voce narrante affidata proprio al protagonista punta a creare confidenza, complicità, quindi coinvolgimento.
Qualche nota critica non si può però non notare. La prima, stridente, è che in alcune parti del testo narrato si ripercorrono le vicende delle parti a fumetti appena lette, addirittura con la ripetizione di alcune battute e dei passaggi che le caratterizzano. Sembra quasi che il narratore non si fidi del fumetto, non lo ritenga capace di raccontare le cose; è uno sminuire la portata di uno strumento che invece, a parere di chi scrive, ha una potenza molto maggiore di qualunque narrazione. Dà un po’ l’idea di colui che spiega le battute delle barzellette appena raccontate! E la cosa in questo caso è resa ancora più grave proprio dal fatto che la voce narrante è quella di Zagor, quasi che lui per primo non si fidasse dei propri lettori; come se questi non fossero capaci di comprendere da soli, o nella maggior parte dei casi di ricordare, le sue vicende.
Già, ho detto “ricordare”; perché in realtà sappiamo bene che la maggior parte di coloro che hanno acquistato o acquisteranno il volume si contano tra gli appassionati già lettori dello Spirito con la Scure; coloro che ne approfitteranno per rileggersi per l’ennesima volta le vicende di Zagor racconta… piuttosto che de L’avvoltoio, La casa del terrore o L’uomo lupo. E a questi lettori, ovviamente, non va spiegata la battuta della barzelletta! NOI lettori del personaggio siamo Zagor, e lo conosciamo bene!
Un’altra nota un po’ stonata è il voler ripercorrere comunque pedissequamente, anche se non sempre con pagine a fumetti, tutte le vicende delle prime storie, seguendole cronologicamente, toccando anche le storie che, da un punto di vista del filo conduttore della continuity zagoriana poco hanno da dire. O forse l’ipotesi di riprendere prima o poi, nelle vicende future, tutti i possibili ritorni di personaggi, situazioni, luoghi e battute rende necessario non tralasciare nulla lungo la strada? In realtà questo voler richiamare tutte le storie rende farraginosa la lettura di quello che invece avrebbe potuto essere il vero romanzo di Zagor, vissuto attraverso le sue vere vicende e non nella necessità di inventare cose nuove come la recente prosa ha sentito il bisogno di fare…
Infine, quello che manca è un po’ la chiamata a raccolta della famiglia di Zagor. Non tanto di tutti personaggi passati presenti e futuri, perché molti di loro compariranno in storie successive (usciranno volumi successivi?), quanto piuttosto dello staff che da quasi 60 anni dà vita alle sue avventure. In un volume comunque celebrativo del personaggio un riferimento a tutti gli autori che, scomparsi e viventi, hanno per così tanto tempo consentito l’esistenza e la realizzazione pratica di tanti albi a fumetti forse ci stava. Citare i nomi di tutti coloro che lo hanno sceneggiato e pubblicare un disegnino dei tanti che lo hanno disegnato forse era un omaggio giustificato. Soprattutto avrebbe raggiunto lo scopo di dare il senso di famiglia che al mondo zagoriano si vuole sempre attribuire (e che in effetti ha, come NOI lettori sappiamo bene!).
Forse, in fondo, anche questa è un’occasione mancata…


postato il 26/12/2018 alle ore 15:34

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