100
51
Edicola o fumetteria? Le strane scelte della Sergio Bonelli Editore
di Stefano Bidetti
Da un po’ di tempo a questa parte - diciamo due-tre anni, se non di più - la Sergio Bonelli Editore ha cambiato politica nella gestione delle proprie pubblicazioni, tra edicola e libreria/fumetteria. In sostanza, a un certo punto la casa editrice milanese ha scoperto di essere un po’ scoperta (scusate il gioco di parole!) sul fronte ambiziose pubblicazioni da libreria, quindi cartonati e volumi di un certo peso. Di conseguenza, ha chiuso eventuali precedenti accordi con altre case editrici per cominciare (o meglio, ricominciare) a pubblicare in proprio i volumi cartonati, a partire da quelli dedicati a Tex.
Poi, come immediata conseguenza, ha deciso di ampliare questa offerta, anzi di creare un vero e proprio catalogo di prodotti con cui occupare gli scaffali delle librerie e delle fumetterie. In pratica, si trattava di riprendere quelle che sono le consuetudini di altri mercati (nello specifico quello franco-belga), nei quali la predisposizione del lettore al volume cartonato, raffinato, e quindi costoso, è decisamente maggiore. Peraltro, la più grande casa editrice di fumetti nostrana, proponendo prodotti di qualità a prezzi decisamente molto più bassi, riteneva di potersi proporre con tali formati anche a un mercato notoriamente più pigro e di manica corta rispetto a quello d’Oltralpe.
Se questa nuova impostazione ha funzionato o meno naturalmente sono soltanto i numeri in mano alla casa editrice a poterlo dire. Di certo, ne è derivata la creazione di una serie molto più numerosa di pubblicazioni da libreria.
Una caratteristica però è stata da subito evidente. Queste pubblicazioni consistevano in ristampe di storie già pubblicate in formato da fumetto popolare, vendibile nelle edicole. Ristampe selezionate, con prefazioni ed editoriali, ma sempre e comunque ristampe.
Anche quando tali proposte hanno cominciato a coinvolgere tutti gli altri personaggi della SBE, da Dylan Dog a Zagor, da Orfani a Dragonero, da Julia a Greystorm, i volumi ripubblicavano storie, magari selezionate, già in possesso di molti lettori. Quanti di questi li avranno comunque acquistati? Quanti nuovi lettori invece sono stati conquistati dal formato più raffinato? Noi non lo sappiamo, ma immaginiamo che qualcuno a fare i conti sia stato messo.
A tale nuova impostazione, però ha presto fatto seguito un altro fenomeno, sul quale non ci si può non interrogare. Di alcune pubblicazioni, infatti, si è cominciato a proporre quasi contemporaneamente sia la versione cartonata, disponibile in librerie e fumetterie e, su ordinazione, ritirabile anche presso le edicole, sia invece la classica versione in albetti (magari con un numero di pagine inferiore al classico bonelliano) rinvenibile nelle edicole.
Ora, a parte la forte sensazione che la casa editrice non ritenga più opportuno investire sulla distribuzione nelle edicole (che è stato per decenni il suo maggiore e più affiliante punto di forza!), anzi che addirittura ritenga le edicole una specie in via di estinzione, estinzione magari anche da accelerare un pochino, c’è qualcosa di quanto meno contraddittorio. Che senso ha mettere in competizione due pubblicazioni quasi contemporanee delle stesse storie? Una volta esisteva l’usanza delle case editrici di pubblicare prima il volume in edizione cartonata e più costosa, poi dopo qualche mese ripubblicarlo in edizione economica, in brossura, e successivamente magari farne anche una pubblicazione a prezzo minimo; ciò consentiva di soddisfare i diversi tipi di pubblico e magari, con la terza tipologia, di far acquistare – e leggere? - il libro anche a chi altrimenti non lo avrebbe mai acquistato. Oppure, la casa editrice che aveva pubblicato una saga magari decideva di farne, mesi o anni dopo, una raccolta in volume unico, tipo strenna natalizia, per acquisire nuovi acquirenti, o invece per consentire agli stessi lettori che avevano già la serie di averne una nuova versione più accattivante (se vogliamo, era il motivo per cui si acquistavano i volumi cartonati di Tex di cui all’inizio).
Lo stesso hanno fatto per anni anche le case produttrici di film, che solo dopo almeno un anno consentivano la riproduzione delle pellicole in VHS (e poi sui DVD) per metterle in commercio.
Ora invece succede che esca un volume cartonato (magari in quell’insopportabile tempio della commercializzazione sfrenata di Lucca Comics) con i primi due episodi che poi, uno o due mesi dopo, cominciano a uscire nella versione mensile dell’albetto classico in edicola. Certo, è vero che lo stesso fanno anche le case di produzione cinematografica, che ormai svendono i diritti di un film dopo poche settimane; però per il fumetto continuiamo a ritenere e sperare che il pubblico abbia un approccio diverso.
Un esempio fra tutti è la nuova serie (Revolution) dedicata a Mister No. A Lucca è stato presentato il volume cartonato coi primi due episodi (peraltro inspiegabilmente recante un titolo diverso, Vietnam), mentre un mese dopo cominciavano a uscire in edicola gli albi da 60 pagine l’uno. Le storie dovrebbero essere tre (tre cartonati?), gli albi da edicola non è dato sapere. Ma più o meno lo stesso accade con Deadwood Dick, mentre Senzanima, una saga parallela di Dragonero, al momento non sta uscendo anche in albo da edicola, ma solo in versione cartonata (che a chi scrive sembra sinceramente la soluzione migliore).
Bene, il lettore vero, a questo punto, non si fa fregare più: aspetta gli albi da edicola, cui comunque è affezionato, e non investe denaro (e spazio in casa) per altra pubblicazione analoga. Il volume invece forse sarà acquistato da chi il prodotto in edicola comunque non lo compra (che probabilmente è un acquirente occasionale, difficilmente fidelizzabile). La domanda che sorge spontanea però è: ma non avrebbe più senso realizzare a quel punto prodotti proprio diversi, dedicati alle due differenti tipologie di negozio (e quindi di clienti)? Se invece proprio si vuole proporre la stessa pubblicazione in entrambe, non avrebbe più senso quanto meno dilazionare maggiormente i tempi delle due uscite? Questo consentirebbe agli stessi lettori di valutare magari l’ipotesi di acquistare entrambe le versioni, che comunque potrebbero essere diversificate un poco fra loro (colore o bianco e nero, editoriali, appendici con copertine e altre immagini, ecc.).
Difficile per noi dare risposte. Di certo la vita delle edicole, quelle che per decenni hanno rappresentato il tempio del fumetto, il luogo di acquisto e scoperta delle nuove uscite, è destinata a durare poco, soprattutto se abbandonate a se stesse anche dalla casa editrice che della distribuzione in edicola, a ogni angolo di strada persino del più sperduto paesino sparso sul territorio, faceva il proprio carattere vincente. Viene da chiedersi come faranno poi a rimanere fedeli lettori coloro che non dispongono di una fumetteria o di una fornita libreria nelle proprie vicinanze. O come faranno i bambini a scoprire e conoscere i fumetti. Ma questo, a una casa editrice di fumetti, cosa volete che importi?
postato il 4/1/2019 alle ore 23:02